In questi ultimi mesi, campagne di sensibilizzazione come “Filiera Sporca” e inchieste giornalistiche come quelle pubblicate recentemente da Internazionale, unite alle denunce sindacali della Flai CGIL, hanno portato alla luce il tema degli impatti negativi di alcune pratiche di acquisto utilizzate dalla Grande Distribuzione Organizzata.
A destare particolare preoccupazione sono la politica del sottocosto e quella delle aste elettroniche inverse.
Sebbene si presuma che questi meccanismi consentano al distributore di mantenere bassi i prezzi al consumo, risulta evidente che un sistema simile produce delle sofferenze economiche, scaricate sui fornitori e poi, a cascata, sul settore agricolo.
L’impegno nella lotta al caporalato dovrebbe comprendere anche misure volte a eliminare i meccanismi che rompono gli equilibri interni alla filiera, causando una drammatica polarizzazione del potere negoziale e contribuendo a creare le condizioni per l’instaurarsi di pratiche ai limiti della legalità.
Come consumatrice/consumatore, sono preoccupata/o delle sorti di chi produce il nostro cibo. Voglio una distribuzione più equa che permetta agli agricoltori e ai lavoratori agricoli di vivere dignitosamente. Chiedo che venga posto un freno al fenomeno del sottocosto, che il Ministro Martina emani un decreto sulle aste on line al doppio ribasso e che i gruppi della grande distribuzione rinuncino pubblicamente a questa pratica.
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