Caporalato, lettera di associazioni e sindacati al Parlamento per salvare la legge

Dopo le dichiarazioni del governo, lettera aperta di Fabio Ciconte (Terra! Onlus) e Ivana Galli (Flai CGIL), sottoscritta da oltre 20 realtà della società della civile tra cui Amnesty International, Emergency, Oxfam e Libera, e personalità tra cui Luigi Ciotti, Luigi Manconi, Gian Carlo Caselli.

«Riteniamo che la legge 199 vada considerata un caposaldo della nostra architettura normativa. Con la presente siamo a chiederle un impegno affinché non venga indebolita in alcun modo, bensì implementata con altre norme che, estendendo le responsabilità a tutta la filiera produttiva, garantiscano piena trasparenza in ogni passaggio e mettano i consumatori in condizioni di giocare un ruolo attivo nello scoraggiare le aziende che non rientrano nella legalità».

La lettera al Parlamento
Lettera al Parlamento (TerraOnlus.it)

Questa la richiesta contenuta in una lettera aperta promossa dall’Associazione Terra! e da Flai CGIL, cui hanno aderito Uila-Uil Nazionale, Libera, Amnesty International, Emergency, Oxfam, Arci, Emmaus, Centro Astalli, A buon diritto, MEDU, ASGI, InMigrazione, Fondazione Benvenuti in Italia, Mani Tese, DaSud, No Cap, Terrelibere.org Zalab e personalità come Gian Carlo Caselli e Luigi Manconi, indirizzata a tutti deputati e senatori.

Le dichiarazioni di Matteo Salvini

Dopo le recenti dichiarazioni del Ministro dell’Interno Matteo Salvini («la legge sul caporalato più che semplificare, complica») e del Ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio («va decisamente cambiata»), arriva l’altolà delle principali organizzazioni impegnate nella lotta al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura. In questi anni, i firmatari hanno rappresentato un solido blocco sociale, le cui pressioni e denunce hanno portato il precedente governo a intervenire per via legislativa con la 199/2016. La legge sul caporalato rappresenta una risposta a quell’Italia scossa dalla morte di Paola Clemente e Abdullah Muhamed, braccianti morti di fatica nelle campagne del Mezzogiorno.

salvini parla
Parla Matteo Salvini (TerraOnlus.it)

Tra le novità, il testo introduce la responsabilità in solido delle aziende che impiegano caporali o approfittano delle condizioni di vulnerabilità dei lavoratori. Un passo importante, che secondo l’associazione Terra! pone le basi per una efficace azione repressiva.

«Invece di modificare la legge sul caporalato è necessario dotarsi di misure preventive – dichiara Fabio Ciconte, direttore di Terra! – Con questa lettera aperta chiediamo al Parlamento di collaborare con la società civile per promuovere norme che vadano in direzione di un “approccio di filiera”, dall’etichettatura narrante dei prodotti alimentari a un elenco pubblico dei fornitori, fino a misure concrete per stabilizzare il lavoro agricolo e sottrarlo allo sfruttamento».

Le stime più recenti mostrano che sono circa 405mila i lavoratori stranieri regolarmente impiegati in agricoltura, più 430mila irregolari. Molto spesso, tuttavia, la precarietà del lavoro stagionale e gli squilibri di potere all’interno della filiera produttiva riservano lo stesso trattamento ad entrambi: lavoro grigio o nero, caporalato, vita nei ghetti, violenze e intimidazioni.

«L’assassinio di Soumaila Sacko nelle campagne calabresi dà il segno di quanto sia pericolosa la vita dei lavoratori agricoli – conclude Fabio Ciconte – Uomini e donne continuano a vivere in condizioni inumane nei ghetti, senza servizi, senza diritti e sotto attacco di individui senza scrupoli. Le istituzioni non gettino benzina sul fuoco, prendano in mano la questione e lavorino per costruire un’alternativa sostenibile e rispettosa dei diritti umani».

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