Esattamente un anno fa – era il 22 gennaio 2019 – insieme a centinaia di organizzazioni della società civile in tutta Europa lanciavamo la campagna “Diritti per le persone, regole per le multinazionali”.
Basata su una raccolta firme europea e su azioni dimostrative con epicentro Davos (sede in quei giorni, come oggi, del World Economic Forum).
L’iniziativa aveva l’obiettivo di mettere al centro del dibattito la condizione di impunità in cui operano le grandi imprese, capaci di sfuggire a numerose accuse di violazioni dei diritti umani e dell’ambiente, scaricandole su aziende controllate o società satellite.
La difficoltà delle comunità locali a far valere le proprie ragioni ci sembravano talmente insopportabili da necessitare un provvedimento internazionale: per questo abbiamo premuto per l’approvazione di un trattato vincolante delle Nazioni Unite su imprese e diritti, che portasse a compimento tutti i tentativi fatti fino a oggi di allineare le pratiche aziendali con il rispetto dei diritti umani, economici e sociali e assicurasse alle vittime un accesso efficace alla giustizia.