Vediamo quali sono i vantaggi dell’allenamento in montagna. Perché molti atleti preferiscono questo tipo di attività.
Una volta le squadre di calcio praticavano all’inizio della stagione agonistica un periodo di allenamento in altura, lontano da caldo e stress cittadino. Se nel calcio questo tipologia di allenamento non sembra avere più molto seguito, in altre discipline sportive sta avendo un grande successo.
Non è raro vedere sui social video sull’allenamento in quota postati da atleti di alto profilo come da amatori e dilettanti. Anzi si diffondono sempre più stage di allenamento in montagna per dilettanti, con un vasto seguito. Quindi questi cicli di training in altura hanno un grande successo tra sportivi di tutti i livelli e discipline. Ma sono efficaci veramente? Vediamo perché si sceglie questa tipologia di allenamento.
Come noto i più grandi maratoneti dello sport contemporaneo provengono dai paesi del Corno d’Africa e in genere dai grandi altopiani di quella porzione del continente africano, dall’Etiopia al Kenya. Questi atleti nascono e svolgono la loro attività sportiva in altopiani con altezze medie intorno ai 2mila metri sul livello del mare.
Uno dei centri sportivi e di allenamento più importanti del Kenya è Iten si trova a ben 2.400 metri di altitudine ed è da qui che provengono alcuni dei campioni più forti della disciplina olimpica. In effetti l’allenamento in quota ha effetti importanti sulla fisiologia umana, con cambiamenti notevoli nelle qualità fisiche degli atleti. Gli effetti dipendono dalla ridotta pressione dell’ossigeno che si manifesta con l’altitudine. Il fenomeno è detto ipossia.
Per utilizzare al meglio la minore quantità di ossigeno, il corpo aumenta la produzione di globuli rossi e della massa di emoglobina. In questo modo il trasporto di ossigeno nel sangue migliora anche in condizioni di carenza dello stesso. Quando si torna a quote normali l’efficienza del trasporto di ossigeno cresce. L’effetto dell’altitudine è elevato nei primi giorni di allenamento: si avranno infatti difficoltà e diminuzione delle capacità aerobiche.
La diminuzione è dell’1% ogni 100 metri di quota dopo i 1.000 metri. Ma dopo questo primo periodo c’è una fase di acclimatamento che determina l’adattamento alle nuove condizioni. Per avere i maggiori risultati il periodo di acclimatamento deve durare almeno 4 settimane. Un periodo minore darà risultati inferiori in termini di miglioramento delle prestazioni.
Effetti simili alla quota si possono avere con le camere o le tende ipossiche, con pressione costante e ossigeno ridotto, riducendo i periodi di allenamento in altitudine. Bisogna però prestare attenzione, l’allenamento in quota è altamente sconsigliato per chi soffre di ipertensione (e in genere ha problemi di salute) e il parere medico è sempre necessario prima di affrontare questo sforzo fisico.
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