Direttamente dai tempi antichi è arrivato un oggetto strabiliante, di 1600 anni di età e che fa una cosa che solo gli oggetti moderni fanno. È pazzesca.
Hai mai sentito parlare della Coppa di Licurgo? Questo è un reperto a dir poco straordinario, unico nel suo genere, e che è conservato nel Regno Unito. Più nella precisione al prestigioso British Museum. Che cosa ha di speciale questo pezzo proveniente direttamente dall’antichità?
La Coppa di Licurgo riesce a fare qualcosa di strabiliante, eguagliato soltanto nel corso degli ultimissimi anni del 1900 ad andare avanti. Con la particolarità però che ha anticipato la cosa di ben sedici secoli. Infatti la data di realizzazione del reperto in questione è databile al IV secolo d.C.
Oggi si parla tanto di nanotecnologie, con la applicazione di questo ritrovato tecnologico capace di stupire per come può trovare nuovi sbocchi ed utilizzi. Ma devi sapere che pure la Coppa di Licurgo è inquadrabile in questo novero avanzatissimo, pur avendo all’incirca milleseicento anni.
E tutto ciò dimostra ancora una volta che gli antichi Romani erano avanzatissimi in molte discipline. L’architettura, l’artigianato e tanto altro. Molte cose, molte invenzioni e molte abitudini diffuse ai tempi dell’Antica Roma sono state mutuate direttamente ad oggi. E guarda che cosa riesce a fare la Coppa di Ligurgo.
Coppa di Licurgo, all’improvviso cambia colore
Siamo tra il 290 ed il 325 d.C., con la Coppa di Licurgo – o coppa diatreta – che sembra sia stata costruita o a Roma o ad Alessandria d’Egitto. Licurgo era il de dell’antica regione greca della Tracia e sulla superficie di questa coppa sono illustrate le scene di quel mito. Il monarca si invaghì della bella fanciulla Ambrosia, trasformata da Dioniso in un vitigno che però avvolse Licurgo fino a soffocarlo a morte.
Il vetro di questa coppa è dicroico. Ovvero, a seconda della sorgete di illuminazione in cui viene esposta, cambia colore. Illuminata da dietro, diventa rossa. Quando illuminata davanti, è invece verde. E gli studiosi si sono domandati per decenni, per secoli, come abbiano fatto i suoi costruttori a creare una simile meraviglia.
Alla fine la risposta sul segreto della Coppa di Licurgo è la seguente. Al suo interno ci sono delle nanoparticelle in oro ed argento che riescono a scomporre la luce influenzano la colorazione dello spettro, in base alla illuminazione. Sempre gli studiosi sono dell’idea che i costruttori Romani non fossero consapevoli di questa peculiarità.
Il tutto deve essere accaduto per caso, facendo uso di un vetro “contaminato” da dei lavori compiuti in precedenza. In tal modo gli artigiani autori di tale creazione hanno utilizzato delle nanoparticelle, pur non sapendo cosa fossero. Tutto questo però sembra proprio una creazione di epoca moderna. La scoperta di questo reperto è avvenuto nel XIX secolo.
Per la sua lavorazione in età antica, gli archeologi pensano che la Coppa di Licurgo possa essere stata sottoposta a lavorazione da tre laboratori diversi, prima del suo completamento. E pur mancando di alcuni pezzi, rotti ed andati perduti (del resto sono trascorsi sedici secoli, n.d.r.) oggi questo oggetto si presenta come assolutamente sfolgorante.