Andavo al ristorante ma non azzeccavo mai il vino giusto. Alla fine, ho capito una cosa importante che, ora, sono solita mettere in pratica ogni volta.
A quanti di noi è capitato di recarsi al ristorante e di trovarsi impreparati di fronte alla domanda: “Che vino abbiniamo al piatto?“. Un interrogativo che, implicitamente, sembrerebbe attribuire al cliente una qualche competenza in materia di enologia.
C’è però un fattore importante che la stragrande maggioranza degli operatori di sala, tra cui sommelier, tendono a trascurare: il fatto che molti clienti – ed io sono la prima della lista – non hanno la benché minima competenza in tema di vino.
Fruttato, acido, secco, strutturato: cosa vogliono dire tutti questi aggettivi, quando vengono associati a quella che, per errore, tendiamo a considerare “solo ed esclusivamente” una bevanda?
In realtà, come qualsiasi altro prodotto che giunge sulle nostre tavole o nei ristoranti che frequentiamo, il vino presenta delle caratteristiche che lo rendono unico nel suo genere. E, se saputo scegliere con accortezza, può letteralmente trasformare la nostra percezione di un determinato piatto.
Se non hai la benché minima nozione di enologia ma desideri comunque un’infarinata di tutti i precetti da conoscere prima di scegliere la tua prossima bottiglia, sei capitato nell’articolo giusto.
Scelta del vino al ristorante: la guida che ti aiuterà ad orientarti meglio
Se parliamo di cibo, orientarsi tra le ricette che hanno reso famosa la cucina italiana nel mondo (quale la classica cotoletta alla bolognese) è di gran lunga più semplice che scegliere una buona bottiglia di vino. O meglio, una bottiglia che esalti la pietanza da noi ordinata.
Innanzitutto, prima di fiondarvi ad esplorare la carta dei vini, fissate bene in mente un range di prezzo entro il quale tenervi. Non è un mistero, del resto, che le bottiglie proposte dai ristoranti oscillano tra prezzi che possono andare dai 20 fino ai 60/70 euro a bottiglia, se non di più.
Una carta dei vini, senza ombra di dubbio, potrà arrecarvi qualche preoccupazione a primo impatto. Alcune di esse, infatti, riportano non solo il nome della bevanda e la cantina che l’ha prodotta, ma anche l’uvaggio, la provenienza geografica, l’annata, e tantissime altre informazioni tra le quali è facile perdersi.
Il primo consiglio, dunque, è quello di orientarvi su una tipologia di vino che già conoscete. Se avete programmato una cena di pesce ed amate il Verdicchio, ad esempio, e ne conoscete abbastanza bene le proprietà organolettiche, cercate di scegliere proprio questa tipologia di vino, a prescindere dal fatto che la cantina di produzione non sia esattamente quella che siete soliti comperare.
Altro consiglio che si rivelerà indispensabile è quello di farvi aiutare da un esperto in sala. Non abbiate paura di chiedere aiuto al sommelier. Il quale, se istruito rispetto ai vostri gusti e alla fascia di prezzo entro cui mantenersi, saprà indicarvi con sicuramente più esperienza qual è il prodotto che più si avvicina alle vostre esigenze.
Vino al ristorante, arriva il momento dell’assaggio: come comportarsi?
Un altro momento molto temuto, al ristorante, è quello in cui ci viene fatto assaggiare il vino da noi scelto. Se non siete esperti sull’argomento, ci penseranno i nostri suggerimenti a togliervi qualunque rimasuglio di dubbio.
In primo luogo, ricordatevi di annusare sempre il vino che vi viene proposto, in maniera tale da captare eventuali odori che non dovrebbero sprigionarsi (quale quello di tappo). Roteare il bicchiere, invece, è un’operazione che merita un approfondimento in più.
Innanzitutto, in presenza di bollicine o di vini spumanti, è categoricamente vietato mettere in atto questo meccanismo, che finirebbe soltanto per “disperdere” le bollicine che, in vini del genere, debbono invece essere preservate.
Al contrario, in presenza di vini invecchiati o di riserve particolarmente datate, roteare il bicchiere è un passaggio molto importante per far sì che la bevanda sprigioni tutti i suoi aromi e le sue fragranze.
Non è necessario, infine, sottoporre un vino fresco d’annata alla medesima procedura, anche se quest’ultima non sarebbe, di per sé, sbagliata. Semplicemente, dalla roteazione del bicchiere non dovreste aspettarvi quel bouquet aromatico che, invece, la roteazione di un vino d’annata è in grado di garantirvi.